Le donne in gravidanza devono fare attenzione a molte cose durante questo periodo, la salute del bambino e delle mamme stesse è senza dubbio prioritaria durante la gravidanza. Per questo le donne “ricevono” una lunga lista di cose da evitare o a cui prestare maggiormente attenzione che può provocare una certa ansia. Un punto importante di questa lista sono proprio le Aflatossine. Tuttavia, molte paure possono essere placate con una buona informazione sugli eventuali rischi e su come evitarli.
Cosa sono le Aflatossine?
Le Aflatossine sono micotossine, ovvero metaboliti secondari tossici prodotti da muffe presenti su alcuni alimenti, principalmente sono prodotte dai funghi Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus. Le aflatossine si sviluppano principalmente in alimenti importati come arachidi, noci, frutta secca, spezie, olio di semi crudo, fave di cacao, cereali come il grano, mais, riso e legumi.
L’accumulo di aflatossine negli alimenti è fortemente influenzato dai fattori ambientali e dalle cattive condizioni di raccolta e conservazione delle derrate alimentari. Infatti umidità, temperatura, disponibilità di azoto e densità delle piante in una coltivazione, possono far insorgere questo tipo di muffe pericolose.
I paesi più a rischio per esposizione alle aflatossine sono principalmente i paesi in via di sviluppo, come Vietnam, India, Sudafrica e anche la Cina. In molti di questi paesi i controlli del sistema alimentare per le aflotossine non sono molto efficienti e il consumo di alimenti ad alto rischio è infatti molto comune nella popolazione.
In generale però il rischio è potenzialmente alto per tutti quei prodotti alimentari che arrivano da molto lontano, che subiscono quindi un trasporto a rischio di umidità e cambiamenti della temperatura. Un esempio sono i trasporti oltreoceano, che portano prodotti dal sud America o anche dal sud degli Stati Uniti, noci e noccioline americane per esempio.
Perché fare attenzione in gravidanza?
Il periodo della gravidanza è considerato un momento di vulnerabilità per la donna e per il feto, proprio a causa delle contaminazioni ambientali. Le aflatossine possono essere presenti in molteplici alimenti d’importazione, o in prodotti preparati con questi alimenti. Queste tossine sono state ampiamente studiate perché possono causare cancro al fegato. In questi termini è chiaro che tutta la popolazione deve fare attenzione a questo tipo di contaminazioni. Tuttavia, in gravidanza l’attenzione diventa maggiore ed è davvero molto importante.
Nei paesi in via di sviluppo, purtroppo, l’esposizione cronica delle donne in gravidanza e dei bambini alle aflatossine è molto diffusa. In particolare, in Africa, l’esposizione post-svezzamento a queste micotossine è stata associata ad alterazioni della crescita infantile e allo sviluppo di anemia nelle madri.
Le aflatossine sono molto pericolose perché inibiscono la sintesi delle proteine, sono citotossiche, teratogene e immunotossiche. Per questo motivo si ritiene che possano causare danni per la salute del feto soprattutto nei primi periodi dello sviluppo, ma anche per la salute della madre. Di conseguenza, è immediato pensare che l’esposizione all’aflatossina durante la gravidanza può contribuire ad eventuali esiti avversi della gestazione. Gli scienziati ipotizzano infatti che le micotossine possono limitare la crescita del feto, causare parti prematuri o addirittura aborti.
Aflatossine e ricerca
C’è però da fare un’importante precisazione: sono stati condotti molti studi sulle aflatossine e queste sono state associate a rischi durante la gravidanza, ma solo su animali. Questo vuol dire che gli studi su cavie da laboratorio ci sono, ma non possono darci risultati provati sull’uomo. Infatti, per quanto riguarda l’uomo, gli studi attuali sulle conseguenze dell’aflatossina in gravidanza sono pochi e condotti su piccoli gruppi. Gli scienziati ipotizzano le gravi conseguenze appena citate per la pericolosità intrinseca che hanno queste tossine, ma non ci sono ancora dati certi che causino aborti o malformazioni al feto.
Tuttavia, proprio per la loro tossicità, le aflatossine sono sempre da tenere d’occhio come possibile contaminante pericoloso a protezione del feto e della madre.
Contaminazione, no grazie!
Nonostante non ci siano dati considerevoli sui rischi delle aflatossine in gravidanza, è bene fare attenzione a ciò che una donna sceglie di mangiare. Sono pur sempre delle tossine!
In particolare, l’attenzione in questi casi ancora non chiari è rivolta alla salute della madre. E’ noto, come detto in precedenza, che le aflatossine possono compromettere il sistema immunitario, provocare danni alle cellule e al DNA e causare cancro al fegato. In questo scenario è evidente che un eventuale alterazione della salute della madre può indirettamente incidere sul corretto sviluppo del feto.
Quindi cosa fare per ridurre il rischio di contaminazioni da aflatossine?!
Alcuni processi come il riscaldamento, la tostatura e la cottura possono ridurre i livelli di aflatossine ma non possono eliminarle completamente. Per questo motivo, l’unico modo per evitare il rischio in gravidanza è quello di prestare attenzione agli alimenti.
La prima attenzione è al momento dell’acquisto di determinati alimenti. Per esempio, quando si compra frutta secca o preparati, come burro d’arachidi o nocciole, è molto importante informarsi della provenienza della materia prima. Nei preparati purtroppo questo dato non è sempre reperibile, a questo si può ovviare scegliendo brand fidati che garantiscono una filiera corta controllata. Sì, non è semplice, ma si può fare, spesso basta scrivere una mail da spedire al brand produttore in modo da ricevere informazioni precise.
Durante l’acquisto è essenziale leggere bene le etichette e scegliere prodotti da filiera corta e controllata, che hanno la provenienza ben indicata in confezione, quindi evitare alimenti importati da zone lontane o a rischio contaminazione.
Inoltre:
fare attenzione agli alimenti pronti al consumo, ad esempio frutta secca già sgusciata. Il guscio infatti è una barriera protettiva contro l’umidità e i fattori ambientali, per cui evita l’insorgere di muffe dannose.
Un altro punto è fare attenzione agli alimenti che si possono mangiare fuori casa. Ad esempio le noccioline al bar, o piatti contenenti mais o con molte spezie, riso e cereali provenienti da paesi orientali. In questi casi naturalmente è improbabile chiedere al barista o al ristoratore la provenienza dei prodotti. La cosa più semplice da fare è scegliere qualcosa che non contiene questi alimenti e non mangiare le noccioline al bar.
Aflatossine in dispensa
Spesso però anche i prodotti di casa nostra potrebbero essere contaminati da aflatossine. La filiera Italiana ed Europea segue delle regole rigide per il controllo alimentare, quindi i prodotti provenienti da questi paesi sono considerati sicuri. Tuttavia, fidarsi non vuol dire abbassare la guardia!
Può infatti capitare di comprare alimenti in perfette condizioni, che però subiscono una cattiva conservazione dopo il nostro acquisto. Ad esempio sbalzi di temperatura frequenti, dentro e fuori dal frigo, contenitori non ermetici che lasciano passare aria e umidità, dispense troppo vicine ai fornelli in cui si può accumulare umidità. Oppure i prodotti contaminati possono essere conserve fatte in casa, per cui non si sono seguite le opportune procedure di sterilità. In questi casi quindi le donne in gravidanza devono avere un’attenzione maggiore alle modalità di conservazione degli alimenti.
Alcuni prodotti che possono essere alterati da questi fattori ambientali sono ad esempio le marmellate, i fichi secchi, la frutta secca sgusciata, il burro di arachidi, la tahina. In gravidanza quindi è bene avere delle accortezze in più anche a casa.
Alcuni semplici gesti possono eliminare il rischio di contaminazione da aflatossine, ad esempio:
- chiudere bene il tappo delle marmellate
- non lasciare il prodotto troppo tempo fuori dal frigorifero
- sterilizzare i barattoli prima di preparare una conserva
- conservare gli alimenti in ambienti freschi e in dispense lontane da fonti di umidità
- non mangiare frutta secca che presenta alterazioni del colore (o con visibili macchie nere)
- comprare da fornitori fidati e controllati
- non comprare frutta secca già sgusciata
- evitare di consumare alimenti di cui non si conosce la provenienza
Come sempre però, mamme e future mamme niente paura! Avere qualche attenzione in più non vuol dire vivere questo periodo con ansie e preoccupazioni, ma anzi la conoscenza aiuta ad affrontare le cose con più consapevolezza.
Articolo a cura di dott.ssa Giusy Ciaravella
Bibliografia e Sitografia:
Aflatoxin Exposure During Pregnancy, Maternal Anemia, and Adverse Birth Outcomes